PostHeaderIcon 21/01/2012 - Intervista a Claudio Balboni atleta e tecnico

La stagione di triathlon inizierà ufficialmente tra pochi mesi: Claudio Balboni, uno dei tecnici della Polisportiva Centese, ci racconta quali saranno gli obiettivi dell'anno agonistico alle porte.

Claudio è parte dello Staff Tecnico della Polisportiva Centese: vediamo innanzitutto in cosa consiste.

CB: Lo staff tecnico non è altro che un polo d'orientamento, ossia un insieme di persone (con me infatti ci sono Marco Marchesini e Michele Toni) che si prefiggono l'ambizioso compito di dare qualche indicazione di massima sugli allenamenti da compiere. L'obiettivo principale, per lo meno per quanto concerne Marco e me, è quello di predisporre una tabella annuale relativa agli allenamenti a nuoto della squadra, che sono gli unici che riusciamo a svolgere regolarmente insieme. E' un compito molto ambizioso ed a rigor di logica non del tutto possibile: infatti in squadra con noi vi sono atleti che preparano gare che vanno dalla distanza sprint, passando per quella olimpica, per il mezzo Ironman, per giungere sino all'Ironman. Stiamo parlando di distanze natatorie che oscillano da un minimo di 750 metri per lo sprint sino ai 3800 metri per l'Ironman. Tutto questo con due soli allenamenti in acqua a settimana da potere gestire. Nonostante questi evidenti limiti, riteniamo sia comunque possibile dare un'indicazione di massima. Inoltre questi due allenamenti natatori sono un momento importante di aggregazione per la squadra e quindi ci teniamo particolarmente a disciplinarli.

Qualche indicazione viene ovviamente data anche per la preparazione delle frazioni di ciclismo e podismo.

D: Ci accennavi a Michele Toni come ulteriore membro di questo staff tecnico.

CB: Michele Toni è sicuramente la persona più titolata tra noi tre, in quanto, oltre ad essere tecnico federale come noi, è anche coordinatore regionale. Da alcuni anni a questa parte si è assunto l'importantissimo compito di sviluppare un settore giovanile all'interno della Polisportiva. Questo settore sta crescendo, nonostante le numerosissime difficoltà (ed ostacoli) che incontriamo, e ci sta dando tantissime soddisfazioni. Spero che Michele abbia il tempo e l'occasione per approfondire direttamente questo discorso, in quanto se da un lato lui è la persona più appropriata per parlare dei giovanissimi, dall’altro questo è un settore delicato ed importante per lo sviluppo del movimento.

D: Quali sono i vostri obiettivi per questa stagione?

CB: Innanzitutto il bello della nostra squadra è che non ha mai imposto né un numero minimo di gare né tanto meno ha indicato agli atleti quali gare fare o non fare: lascia tutta la libertà del caso. Unico appuntamento che, anche se non certo imposto è sicuramente caldeggiato, ed al quale cerchiamo di essere presenti da qualche anno a questa parte, è il campionato italiano a squadre. E' una gara molto bella, sopratutto per gente come noi che è abituata a praticare uno sport prettamente individuale. La gara a squadra è invece una gara a team. Si gareggia sulla distanza dello sprint, ossia 750 metri di nuoto, 20 km in bici e 5 km a piedi. Si parte da un minimo di 3 ad un massimo di 5 atleti per ogni squadra ed il cronometro si ferma solo quando il terzo atleta taglia il traguardo. Gli atleti possono e devono collaborare solo all'interno della squadra, in particolar modo possono fare scia tra di loro. La cosa è molto divertente e ritengo anche costruttiva perché impone a tutta la squadra di cercare di giungere in tre al traguardo e di calibrare, cosa alla quale non siamo certo abituati, le proprie forze sul soggetto più debole. E' una vera occasione per fare team.

Tra gli atleti che invece hanno degli obbiettivi particolarmente importanti ricordo invece Lucia Cossarini, Stefano Orsi, Giuliano Casari e Fabrizio Sgarbi che probabilmente esordiranno sulla distanza del mezzo Ironman, ossia 1,9 km a nuoto, 90 in bicicletta e 21 km a piedi, mentre 4 atleti si presenteranno alla partenza dell'Ironman di Klagenfurt (Austria) e Luca Cossarini correrà per la seconda volta su questa distanza a Zurigo: in ambo i casi dall'inizio alla metà di luglio. Tra i quattro atleti che si presenteranno a Klagenfurt, tre esordiranno su questa distanza, ossia Andrea Accorsi, Andrea Baletti e Simone Bellodi. Questi tre saranno accompagnati da Carlo Lodi, ossia l'atleta della Poliportiva che dopo questa gara avrà corso più Ironman in assoluto: dal 2002 corre un Ironman ad anni alterni. Con questo correrà l'Ironman per la sesta volta. Per chi non lo sapesse l'Ironman prevede 3,8 km a nuoto, 180 km in bicicletta con divieto di scia tra i concorrenti e 42 km a piedi.

D: Chissà che preparazione richiede questo sport e queste distanze in particolar modo!

CB: Vorrei sfatare la comune credenza che il triathlon sia uno sport per soli uomini duri e che occorra allenarsi dalla mattina alla sera. Tutti noi siamo solamente amatori, abbiamo famiglia, un lavoro e molti di noi hanno impegni o passioni extrasportive. Un professionista si alza alle 10 del mattino ed inizia ad allenarsi. Io, ma il mio è solo un esempio tra tanti altri, alle 10 sono in ufficio da oltre un ora, mi sono recato al lavoro a tre quarti d'ora da casa ed alcune volte ho già fatto un’oretta di corsa: mi piace pensare che, anche se non andiamo più forte dei professionisti, abbiamo tante carte in più di loro.

Per tornare a noi, ritengo che non occorra allenarsi tanto, quanto allenarsi bene e devo dire che sono rimasto lusingato dal fatto che negli ultimi anni molti atleti mi hanno chiesto di studiare una tabella ad hoc per loro anche per la bici e per la corsa, in particolar modo negli anni nei quali vogliono affrontare una gara particolarmente importante: ritengo che l'individualizzazione della preparazione sia la chiave fondamentale per fare le cose con criterio: oggi che molti atleti scaricano da internet tabelle a bizzeffe, ritengo che il rischio che facciano troppo, male od in modo sbagliato sia elevatissimo.

Concludo dicendo che il triathlon non è fatto solamente da distanze lunghe, anzi queste sono le eccezioni. La distanza sprint e quella olimpica (frequentatissime da tutta la squadra) possono essere concluse in circa un’ora e mezza la prima e due ore e mezza la seconda. Inoltre allenarsi in tre sport non significa allenarsi per tre. Certi adattamenti fisiologici possono essere ottenuti con uno sport senza necessità di allenarli anche negli altri. Per fare un esempio banale, se un podista puro si allena tutti i giorni a piedi, un triatleta correndo due o tre volte la settimana, ed allenandosi anche in bici ed a nuoto effettua lo stesso lavoro che fa il primo, con l’aspetto positivo che l’allenamento in discipline differenti diminuisce la noia dovuta alla ripetizione dello stesso gesto atletico ed il rischio di infortuni….insomma, se ci si allena con criterio non occorre essere dei supereroi….quello che serve è però una grandissima passione per lo sport!

D: Un’ultima frase a chi non conosce il triathlon.

CB: Non saprei cosa dire…..dico solamente che non sa quello che si perde!

 
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